Sospesa in un tempo immobile sopra un paesaggio di figure estinte, una lucente mela gialla fa bella mostra di sé sulla punta del cappello di un giovane uomo. Tutto è fermo, anche l'insistente suono circolare delle mosche.
“Il sartorello coraggioso”, edito in Italia da Adelphi nel 2002 dall’originale tedesco del 1999, racconta compiutamente il sodalizio artistico di Olga Dugina e Andrej Dugin, insuperabili miniatori dei misteri dell’universo.
Compagni nella vita e nel lavoro, Olga Dugina e Andrej Dugin nel 1989 lasciano la Russia per raggiungere Stoccarda e dedicarsi all’illustrazione editoriale grazie alla collaborazione con la casa editrice Esslinger in der Thienemann-Esslinger Verlag GmbH, con cui pubblicano la maggior parte dei titoli, tradotti in Italia da Adelphi.
La storia al centro della lettura è un adattamento, per mano di Arnica Esterl, della fiaba dei fratelli Grimm, nota anche con il titolo “L’ammazzasette” e “Sette in un colpo”. Nelle pagine si narrano le trovate di ingegno messe in atto dal giovane sartorello per mutare la propria condizione sociale.
La composizione grafica presenta il libro come un moderno manoscritto decorato con immagini a tutta pagina, capilettera e decorazioni ai bordi. La storia della pittura emerge nella complessità rinascimentale delle architetture e nella ricchezza descrittiva propria dell’arte nordica.
Gli stessi bordi delle tavole rimandano alle forme delle pale d’altare, a quella sensazione di non finito provato davanti alle opere smembrate dal tempo.
La scena sembra dovere continuare in uno spazio a noi sconosciuto, perduto per sempre.
A trasformare la lettura delle immagini è l’inserimento di dettagli provenienti da una realtà altra. La comparsa fuori contesto del mondo animale genera lo straniamento: nella prima illustrazione, ambientata nella bottega del giovane sarto, le sette mosche convivono con un pesce gigante imprigionato dentro una gabbia di legno, un elefante capovolto e un felino dalla lunga coda.
Due delle prove a cui è sottoposto il protagonista durante la storia hanno per oggetto gli animali, potenti e malvagi: il liocorno dalla criniera leonina preso al laccio e il bisonte catturato dentro una vecchia cappella diroccata. La loro maestosità occupa un’intera pagina. Il bisonte è a sua volta trainato da una creatura acquatica bardata in ferro.
Quando le architetture lasciano il posto ai paesaggi, questi si stagliano sullo sfondo mostrando città fortificate e torri bibliche, come nella scena del liocorno.
Le illustrazioni contengono la grandezza costruita dall’uomo dell’Umanesimo e la potenza di una natura mai domata e capace continuamente di stupire.
La decorazione dei bordi indugia con sapiente virtuosismo sui dettagli, accogliendo simboli antichi e nuove immagini, frutto della metamorfosi delle cose. L’insieme di girali intrecciati a creature immaginifiche solleva dubbi sulla vita e sulla sua caducità. Sono capolavori in miniatura di sapienza fantastica: strumenti musicali nati dalle forme floreali, oggetti di araldica abbracciati a conchiglie.
Il brulicare di cose improbabili, la mostruosa bellezza di creature fantastiche, gli oggetti appuntiti e specchianti, la pienezza debordante richiamano agli occhi con sicura immediatezza la pittura a olio di Hieronymus Bosch (1453 - 1516) e di Pieter Breughel (1525/30 - 1569). C'è in Olga Dugina e Andrej Dugin il senso di appartenenza a un'arte colta, simbolica, a tratti anche ironica e stravagante, però rivelatrice, forse salvifica. È la discendenza dai Maestri.
L'artista sa di dovere continuare a dipingere per conoscere, questo è il compito ereditato e lo fa ai bordi del bosco, come nel caso del pittore ritratto da Olga Dugina e Andrej Dugin, mentre al di là del confine gli istinti umani si danno battaglia perché privi di sapere.
Le illustrazioni sono tratte da "Il sartorello coraggioso" di Olga Dugina e Andrej Dugin, Adelphi, 2002. Titolo originale: "Das tapfere Schneiderlein".
Olga Dugina e Andrej Dugin sono gli ospiti d'onore della Mostra Internazionale d'Illustrazione Le Immagini della Fantasia 38 curata dall'artista Gabriel Pacheco.
Silvia Paccassoni per Dorature. Storie di illustrazione - 2021
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