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Le mille luci di Eva Montanari

Eva è cresciuta nel "posto più strabiliante" in cui una bambina possa fantasticare di vivere.

È un paese affacciato su una lunga strada che tiene stretta al proprio fianco il mare, senza mai abbandonarlo. Le persone si muovono dall’alto al basso e dal basso all’alto in una disordinata processione. Fuori è sempre festa. L’aria è calda e si appiccica addosso, insieme alle voci gridate e al profumo di salmastro. E quando, passata anche l’estate di San Martino, un’illusione novembrina, arriva forzatamente l’inverno, la nebbia confonde tutto per far credere ai suoi abitanti di essere dentro un sogno in attesa del nuovo inizio.

È proprio in quel momento che la memoria diventa narrazione, storia da raccontare.

Eva è tutto questo, la gioia della sua terra e il desiderio di creare storie per gli altri.

“Da bambina volevo inventare storie. La cosa più bella che avevo era la raccolta di fiabe di Italo Calvino illustrata da Adelchi Galloni. Le immagini mi facevano paura ma non potevo fare a meno di cercarle”.

Nel ricordo d’infanzia di Eva Montanari c’è già scritto il suo percorso: autrice di storie con le parole e le immagini. Eva predilige, infatti, dare vita ad albi scritti e illustrati da lei.

Il lungomare di Rimini da "Federico" di Eva Montanari pubblicato da Kite Edizioni, Padova, 2014

Gli incontri

Quando Eva racconta dei tempi della formazione e delle prime prove, ricorda quanto importanti siano stati gli incontri, a volte vissuti attraverso le opere, a volte di persona.

Lisbeth Zwerger, la raffinata illustratrice viennese Premio Hans Christian Andersen 1990, è un modello per la giovane Eva, diplomata all’Istituto Europeo di Design di Milano alla ricerca del proprio registro narrativo. Allo stesso modo lo è Kiki Smith, l’artista americana di origini tedesche, che lavora, attraverso la scultura, sulle tematiche del corpo, delle origini e della rinascita.

Poi ci sono gli eventi. L’incontro desiderato con Nicoletta Ceccoli, in quel momento illustratrice esordiente per la casa editrice Arka con l’albo Nuvolando, si trasforma in una relazione profonda, d’arte e d’amicizia.

Franco Fornaroli, direttore della Biblioteca di Melegnano, diventa un punto di riferimento dopo l'incontro in biblioteca nel 2003 in occasione di una mostra itinerante.

Le storie illustrate

Eva inizia a progettare le sue storie, torna all’infanzia e pesca dentro il grande patrimonio di affetti e di giochi depositato per molto tempo nella memoria.

Sente la necessità di dialogare con i piccoli lettori e disegnando pensa a loro. Anche quando al centro del racconto si mette un grande personaggio della storia dell’arte. Il pittore francese, del resto, ha saputo trasformare la quotidianità in arte ed Eva si lascia catturare dai tagli, dalla stesura dei colori, dalla magia delle sue sale da ballo. “Inseguendo Degas” (Kite Edizioni, 2010) racconta la storia di una piccola ballerina che si trova a rincorrere Degas e i suoi compagni di avventura per tutta Parigi.

Eva Montanari, "Inseguendo Degas", Kite Edizioni, Padova, 2010
Eva Montanari, "Inseguendo Degas", Kite Edizioni, Padova, 2010

Con la casa editrice padovana Kite Eva Montanari firma la maggior parte delle sue pubblicazioni italiane. Degas è preceduto da “Giochi di streghe. Giochi di fate” (2007), “Il mio primo” (2008) e “Lallo” (2009), storia di un lupacchiotto la cui vita cambia all’improvviso per l’arrivo di un intruso dentro il suo corpo, Lallo, la malattia.

Nel 2013 esce “Indovina chi viene a cena”: la storia d’amore di una nipotina per la propria nonna, la signora Olga. Ogni sera si ritrovano a cena con i personaggi della letteratura: il Mago di Oz, Pinocchio, la Sirenetta, Don Chisciotte e moltissimi altri. In realtà è la nipotina che le fa visita e che quotidianamente impersona per lei quei noti protagonisti e le narra le loro incredibili e appassionanti avventure, facendola così viaggiare in tutto il mondo senza lasciare il salotto di casa.

Eva Montanari, "Federico", Kite Edizioni, Padova, 2014

Il grande tributo: Federico

Il 2014 è l’anno del grande tributo, una prova per Eva, che lascia emergere sulla superficie tutta la ricchezza del suo mondo. “Federico” è un omaggio a chi ha reso la sua terra un’opera d’arte conosciuta in tutto il mondo. Rimini viene evocata dagli edifici e citata direttamente nei luoghi dell'anima, come la piazza, il cinema Fulgor, il lungomare, la “palata” del porto.

Negli spazi felliniani si racconta la storia di Federico e Pinocchio, due bambini alle prese con le avventure fuori dalla scuola. Il racconto inizia con la scena di Pinocchio perso nella nebbia. Per caso entra in una stanza, dove Federico ha messo in scena uno spettacolo di burattini. I due stringono subito amicizia e decidono di fare ritorno a casa insieme. Alle avventure di Pinocchio si sovrappongono quelle di Federico. Dentro una tenda misteriosa si esibiscono creature stravaganti, sul lungomare va in scena il paese dei balocchi, mentre il mare si arrabbia investendo il molo e in lontananza passa un transatlantico pieno di luci.

Pinocchio, mai cresciuto, viene inghiottito da un pescecane. “Mille luci illuminano il più meraviglioso, strabiliante, il più spaventoso posto che io abbia mai visto”.

Un coro di voci pronuncia il suo nome, poi si perde nel buio. Pinocchio non vuole ritornare ciuchino, vuole rimanere bambino.

Cinecittà da "Federico" di Eva Montanari pubblicato da Kite Edizoni, Padova, 2014

Un quadratino bianco di luce finalmente lo conduce fuori dal circo, dove un regista bambino con la sciarpa rossa ha scritto il proprio nome su una sedia sedia: Federico. “Allora una musica dolce riempie il grande vuoto nello stomaco del pescecane”. Dal quadratino bianco escono i personaggi che si mettono a ballare e invitano Pinocchio a fare lo stesso.

L’autrice fino alla fine gioca con i due personaggi, mischiando le loro storie, tra bugie e sogni immaginati.

“Federico” vince nel 2018 il Premio Little Hakka Little Hakka - International Picture book competition di Shenzhen (Cina) nella sezione “Best of the best”. Aveva già vinto nel 2012 il Premio Sardegna come miglior testo inedito.

Avventure per cuccioli di coccodrillo e di orso

Dopo avere lasciato fiorire i depositi della memoria, dichiarando amore ai maestri della pittura, a Pinocchio, a Federico Fellini, al teatro dei burattini, al circo; dopo avere sperimentato la pienezza dei colori, il gioco dei tagli prospettici e la forza del segno, Eva inizia a osservare da vicino la sua stanza delle meraviglie. Vede un bambino intento a creare nuove storie e riconosce il suo stesso desiderio. Pensa proprio a lui quando va a pesca di racconti nella quotidianità. Nasce così la serie del piccolo coccodrillo “Tintamarre et Gazouillis. Une journée tout en bruits” pubblicata in Francia da Thierry Magnier nel 2018 e in arrivo in Italia per Babalibri nel mese di settembre. Ci sono problemi da risolvere nella giornata di un cucciolo di coccodrillo, prima di tutto dovere lasciare la mamma per andare all’asilo. Ma ci sono anche le grandi prime volte, come l’esperienza del mare “Tintamarre et Gazouillis. Une journée à la mer” da poco in libreria.

Le nuove storie sono occasione di cambiamento per Eva: abbandona i tagli arditi e sceglie un formato orizzontale per una narrazione bidimensionale. Le scene si sviluppano in sequenze o in ampie campiture. La linea di contorno definisce le forme e alleggerisce i colori.

Eva Montanari, Tintamarre et Gazouillis. Une journée à la mer, Thierry Magnier, Parigi, 2020
Eva Montanari, Tintamarre et Gazouillis. Une journée à la mer, Thierry Magnier, Parigi, 2020

E le storie sono di mare e di festa, come in “Tintamarre et Gazouillis” e “Regarde, papa”. In quest’ultima pubblicazione si racconta la vita di un papà orso troppo impegnato a guardare il suo cellulare per accorgersi di quanto accade attorno a lui. In paese è arrivato il circo e il piccolo orso, Théo, non perde tempo e si butta nella mischia. Gioca, si diverte sulla proboscide dell’elefante mentre tutti battono le mani. Arriva in cima a una giraffa e da qui viene trascinato via da una scimmia. È solo l’inizio di mille giravolte, fino a quando il mago delle bolle ne crea una tutta per lui. Théo ci entra dentro e vola in alto, sempre più in alto. Solo allora il padre distoglie lo sguardo dal suo cellulare e si accorge di quello che sta accadendo. Impaurito, cerca di afferrare Théo per riportarlo sulla terra. Dopo qualche peripezia, eccoli di nuovo insieme a guardare verso l’alto.

Eva Montanari, "Regarde, papa", Thierry Magnier, Parigi, 2020
Eva Montanari, "Regarde, papa", Thierry Magnier, Parigi, 2020

Eva Montanari

Eva Montanari vive tra la sua città natale, Rimini, e Milano. Dal 2000 i suoi albi sono stati pubblicati in Italia, Stati Uniti, Inghilterra, Cina, Taiwan, Brasile, Spagna, Francia, Germania, Giappone e tradotti anche in Portogallo, Corea, Croazia, Finlandia, Turchia, Tailandia e Argentina.

Ha realizzato disegni per calendari, riviste, copertine, manifesti e carte da parati, esposto in collettive e personali in vari paesi.

Lavora con tecniche tradizionali: matite, gessi, colori a olio, tempere acriliche e ama realizzare sculture polimateriche.

I suoi lavori sono stati selezionati per l'esposizione della Fiera del Libro per ragazzi di Bologna, "Original Art" Society of Illustrators di New York, Mostra Internazionale di Illustrazione di Sarmede, Croatian Biennal of Illustration, Nami Island Exhibition, Ilustrarte (Portogallo), Sharjan Book Fair (UAE), Little Hakka international Picture Book (China).

Fra i premi ricevuti:

Premio Alpi Apuane, Premio Primavera del libro, Premio Sardegna, Premio Roberta Maloberti, Premio Cassa di Risparmio di Cento, Premio Fiera del libro di Torino, Premio Ministero della Cultura Spagnola, Little Hakka Prize.

Conduce laboratori di illustrazione in Italia e all’estero.



Silvia Paccassoni per Dorature. Storie di illustrazioni - 2020

© riproduzione riservata

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