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Stepan Zavrel e l'illustrazione del Novecento

Di Sarmede, il paese della fiaba, si raccontano piccole grandi storie, la vita che entra ed esce, il bosco, la pietra, l’acqua dentro ogni cosa, e avventure straordinarie come quella dell’artista boemo Stepan Zavrel (Praga, 1932 - Sarmede, 1999) alla ricerca di un luogo sicuro dove poter mettere a dimora i propri pensieri.


Stepan Zavrel, Un sogno a Venezia, Bohem Press Italia

Figlio di un sarto, Stepan Zavrel era nato a Praga la notte di Natale del 1932.

Fin da bambino aveva dimostrato curiosità per le figure, la sorella lo ricorda disegnare con il gesso sul marciapiede. L’iscrizione all’Accademia di Belle Arti dopo il liceo era stata quindi una scelta naturale, così come la collaborazione alla produzione di cartoni animati e al teatro delle marionette. Il giovane Stepan desiderava studiare la storia della pittura e della scultura, dichiarava il suo amore per Malevic, Kandinsky, Klee. Eppure la situazione politica del Paese non gli permetteva di affrontare l’arte liberamente. Per questo appena ebbe l’occasione fuggì.

Insieme a un amico aveva organizzato di raggiungere Tirana. Arrivati nella città albanese si resero conto purtroppo che il forte controllo della polizia avrebbe impedito loro di andarsene. Durante il rientro a Praga il volo effettuò uno scalo non previsto a Belgrado. Questa fu l'occasione tanto attesa dal giovane artista che da solo scappò raggiungendo dopo diverso tempo il campo profughi di Trieste. Era il 1959.

Da quel momento Stepan visse nelle maggiori città europee. A Roma frequentò l’Accademia di Belle Arti (1959-1961) e lo studio d’animazione di Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati. Si iscrisse quindi al corso di scenografia dell’Accademia di Monaco e si spostò poi a Londra dove collaborò con le case di produzione britanniche.


Stepan Zavrel nel giardino della casa di Rugolo insieme a giovani ospiti, archivio Fondazione Stepan Zavrel

Nel 1968 si stabilì finalmente nella storica casa di pietra di Rugolo (Sarmede, Treviso). Quando Stepan arrivò a Sarmede aveva già scelto la strada dell’illustrazione editoriale: nel 1966 era uscito infatti il suo primo albo illustrato, Il Pesce magico ed era in atto l’intreccio tra cultura ceca e cultura latina di cui scriveva anche Livio Sossi. La durezza della xilografia in bianco e nero, le forme deformate di radice tedesca, il sentimento di disperazione trovavano respiro finalmente nel colore mediterraneo.

Il teatro di marionette, il culto della memoria e la religiosità incontravano la tradizione umanistica italiana dei grandi cicli di affreschi, dei mosaici bizantini e delle dorature incise.

Determinante fu l’incontro con l’illustratore Emanuele Luzzati (Genova, 1921 - 2007) non solo per l’immersione nel colorismo, ma anche per l’adesione definitiva all’illustrazione per l’infanzia.

Nella sintesi perfetta tra le differenti culture europee nasceva l’idea dell’albo illustrato come educazione e come poesia. Le parole di Luzzati restituiscono la verità di quei giorni, di quel passaggio di vita così sorprendente: “E credo che proprio a Roma sia nato l’estroso illustratore che ha saputo coniugare la grande tradizione grafica mitteleuropea con la solarità e la… faciloneria latina. E così sono nati quei libri pieni di poesia e di luce che tutti conosciamo…”.


Stepan Zavrel, Seguendo la stella, Bohem Press

Stepan Zavrel, Seguendo la stella, Bohem Press

Dal pesce magico (1966) fino a Jacopo il giullare (1991) c’è tutta la storia dell’illustrazione del Novecento. Stepan Zavrel appartiene infatti alla generazione, nata prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, che ha saputo fare dell’illustrazione uno spazio sicuro per l’infanzia. Donne e uomini, dolorosamente consapevoli della fragilità umana eppure fiduciosi nel futuro, hanno trasformato i loro sogni in imprese artistiche.

Stepan Zavrel con i suoi albi illustrati è sicuramente il protagonista cosmopolita di questa grande narrazione.

Rivolto tutto ai valori della solidarietà, della tolleranza e del rispetto, costruisce la sua opera attorno alla volontà di trasmettere un messaggio. L’arte, intesa come materia, forma, luce, ne è nobile strumento.

Ma il pensiero per manifestarsi ha bisogno di uno spazio libero. Le pagine in sequenza gli permettono di rappresentare il mondo immaginato, narrandolo passo dopo passo.

La bidimensionalità lo fa muovere senza limiti tra i pieni e i vuoti. La riduzione delle figure in sagome, come marionette, gli consente di giocare con le pose e di alleggerire i pesi.

La realtà è un insieme di linee semplici e campiture, le architetture dissolvono i loro confini e fluttuano nello spazio bianco. Il colore a sua volta contiene, purifica, astrae se necessario.

È interessante osservare come i primi lavori di Stepan Zavrel restituiscano le matrici visive della sua formazione in forma di dichiarazione d’amore. Se osserviamo i palazzi dei Re Magi e la città di Gerusalemme di Seguendo la stella (1967), il pensiero va a Paul Klee, la sua presenza è come un soffio vitale.

Certo, ci sono anche i mosaici bizantini che emergono nei tasselli musivi delle comete, nella teoria delle figure, in quel mare che sembra un ricamo tra Bisanzio e Klimt.


Stepan Zavrel, La nostra meravigliosa Terra, testo di Ursula Wölfel, Bohem Press

Di qualche anno successivo è la realizzazione delle illustrazioni per La nostra meravigliosa Terra (1971). L’uso della xilografia, arricchita da piccoli stampini e tratti di pennello, conferma quanto la tecnica per Zavrel sia in intima connessione con il contenuto.

L’antica tecnica di stampa con i solchi incisi e gli spazi vuoti parla il linguaggio della Terra, dei fiumi che la attraversano e dei cieli infiniti che la circondano.

Stepan Zavrel dal 1966 fino al 1991 pubblica un libro illustrato all’anno tradotto in differenti lingue. La sua bibliografia è tanto ampia quanto coerente. C’è un pensiero proiettato all’orizzonte che l’artista segue con chiarezza.

Gli albi sono portatori di valori più che mai attuali: il rispetto della Natura e la sua salvaguardia, la diversità come risorsa, la ricerca della pace a ogni costo, la solidarietà come unica possibilità. In ogni tema affrontato l’infanzia ha il ruolo principale, protagonista del cambiamento.


Stepan Zavrel, La città dei fiori, testo di Eveline Hasler, Bohem Press

Questo avviene ad esempio nell’albo La città dei fiori (1987). La città dei fiori è una città giardino completamente ricoperta di fiori e abitata da farfalle, dove si sogna a colori. Un giorno viene eletto però un nuovo sindaco che proibisce di coltivare i fiori e di seguire il volo delle farfalle, anzi ordina addirittura di catturarle. Bisogna concentrarsi piuttosto sulla costruzione di strade, parcheggi, fabbriche e negozi. I fiori finiscono tutti nel cimitero dei sogni. Ma c’è qualcuno che in segreto coltiva piccoli fiori in bicchiere e c’è chi li coltiva nella propria testa. Le bambine e i bambini in classe decidono di disegnare fiori sulla lavagna e le farfalle tornano a volare attorno a loro. Il cimitero dei fiori sparge i suoi semi nella città e si trasforma nel giardino dei sogni. La gente della città dei fiori a questo punto organizza una grande festa. Le tavole dell’albo sono state realizzate ad acquerello e sono il risultato di un’immersione nella luce. Il colore si espande, riempie la pagina, diventa guida, scioglie la durezza della trama, addolcisce le linee che si incurvano, libera le figure.


Stepan Zavrel, Un sogno a Venezia, Bohem Press Italia

Nel 1988 esce Un sogno a Venezia, forse una delle opere più celebri di Stepan Zavrel, le cui tavole vengono esposte addirittura al Metropolitan Museum of Art (Met) di New York nel 1982. Il tema ha infatti una rilevanza internazionale: il destino di Venezia interessa tutti proprio per la sua unicità. La storia racconta del piccolo Marco che sogna di notte Venezia sott’acqua. Accompagnato da una sirenetta inizia il suo viaggio sul fondo della laguna con pinne e maschera. Insieme visitano i monumenti storici veneziani - Santa Maria della Salute, San Marco, il Palazzo dei Dogi, la piazza del Mercato… - tutto è sorprendente e meraviglioso, eppure ogni tanto si avverte la malinconia del vento, del canto degli uccelli, del volo delle farfalle e del cielo, e la tristezza. Quando Marco si risveglia sa che non è stato soltanto un sogno e decide di impegnarsi per la Venezia di domani, perché non scompaia.

Per la realizzazione delle tavole l’artista spiega di avere scelto, dopo numerose sperimentazioni, l’acrilico diluito e trattato come l’acquerello. Il colore sembra raggiungere qui il suo compimento perfetto: costruisce pietre, cupole, archi, stende dorature trasparenti, fiorisce nelle creature marine e nelle velature dell’acqua. Le forme si ripetono in un ritmo che ricorda il rigore della xilografia e allo stesso tempo la leggerezza dell’acquerello, i pieni conquistano spazio, la bidimensionalità accoglie la materia.


Stepan Zavrel, Il sole ritrovato, Bohem Press Italia

Stepan Zavrel ha lasciato un’eredità importante all’editoria per l’infanzia anche attraverso le azioni promosse a favore dell'illustrazione.

Nel 1971 fondava la casa editrice Bohem Press con Otakar Bozejovsky von Rawennhoff.

Nel 1983 dava vita a Sarmede alla Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia e nel 1988 alla Scuola Internazionale d’Illustrazione. Scopriva talenti, educava alla poesia, testimoniava la vita, nonostante tutto, nonostante la sofferenza del Novecento.

Dopo la sua morte, avvenuta il 25 febbraio del 1999, le amiche e gli amici di Sarmede decidevano di continuare nel suo nome le attività a favore dell'illustrazione e dell'infanzia, istituendo nello stesso anno la Fondazione Stepan Zavrel.

Oggi la Fondazione si occupa della Mostra Le Immagini della Fantasia, della Scuola e del Museo Stepan Zavrel.

Il Museo Stepan Zavrel si trova nel Municipio di Sarmede, accanto alla Casa della Fantasia, sede della Fondazione.


Stepan Zavrel insieme all'illustratrice Marta Koci alla Fiera di Bologna, archivio Fondazione Stepan Zavrel


Per informazioni sulle attività della Fondazione: fondazione stepan zavrel - info@fondazionezavrel.it

I libri di Stepan Zavrel sono pubblicati da Bohem Press Italia


Bibliografia di riferimento

Stepan Zavrel. Viaggiatore incantato, a cura di Mario Vigiak, Edizioni Arti Grafiche Conegliano, 2019

Stepan Zavrel. L'illustrazione per l'infanzia, Società Editoriale Grafiche AZ, Verona


Silvia Paccassoni per Dorature. Storie di illustrazione - 2023

© riproduzione riservata


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