Il raffinato albo “La piccola famiglia”, testo di Sesyle Joslin e illustrazioni di John Alcorn, arriva in Italia nella collana “libri per sognare” di Kalandraka con la traduzione di Marta Bono. Pubblicato per la prima volta a New York nel 1964 da Harcourt Brace and World, l’albo presenta quattro racconti nonsense.
Colpisce fin dalla copertina la convivenza tra l’esibita ricercatezza delle linee curve e la luminosità bidimensionale dei colori, quasi una contaminazione tra Art Nouveau e Pop Art: la posa da ritratto della coppia, le vesti di gusto vittoriano, l’abito femminile abbinato cromaticamente alla carrozzina, l'artificialità della vegetazione e della strada arancione. È un modo forse per preparare lo sguardo dell'osservatore all’ironia che sta per compiersi nel giro pagina, tra l’immagine e la parola?
Il giallo e il rosso arancio, il verde e il turchese prendono posto nelle forme disegnate, dalle pareti esterne alle tende del salotto fino alla bicicletta dell’elefante e alla bella signora con la coda. I colori, sistemandosi dentro le figure, si mettono in dialogo con il bianco e costruiscono uno spazio dalla misura perfetta. La pagina a sua volta ha il compito di attribuire i ruoli.
“Nella casa c’è un salotto, e nel salotto ci sono il papà e la mamma”, dicono le parole. Alle illustrazioni viene chiesto di raccontare qualcosa di più, tanto che l'illustratore offre un'identità ai personaggi. Il papà e la mamma esprimono una precisa condizione sociale nella loro artificiosa immobilità. Lei indossa un cappello con le piume e un ciondolo stretto al collo, lui sostiene con un braccio un grande libro giallo e fuma la pipa. Un'immagine da cartolina che si rompe all'improvviso grazie all'imprevisto. Un nuovo personaggio si presenta sulla scena, il coccodrillo.
Nel racconto "Il banchetto" le parole nominano una topolina insieme al pane, all'insalata, al rosbif e ai pasticcini. L'illustratore decide di mostrarla. Composta, come si addice a una vera signora, indossa un abito lungo decisamente vittoriano dal fiocco importante, esibisce un’acconciatura floreale e una coda civettuola. Lo sguardo che si intravede sotto gli occhiali a occhi di gatto (il modello cat eye è una coincidenza?) lascia intendere altro.
Anche la misteriosa bella signora dai capelli biondi, gli occhi azzurri, il nasino rosa e la bocca rossa scopriamo avere, ma soltanto alla fine, una splendente coda verde.
L’orchestrazione degli elementi grafici dà vita in ogni pagina a un piccolo sofisticato manifesto: è tutto dentro la pagina, la possibilità di vedere nascere una storia e di immaginare il suo finale, soprattutto c’è la maestria di chi ha percorso le strade del disegno nelle sue molteplicità possibilità – copertine di libri, illustrazioni editoriali, poster, loghi, cartelloni pubblicitari, libri per bambini - e ne ha scoperto i segreti.
John Alcorn (New York, 1935 – Lyme, 1992) è il celebre graphic designer e illustratore americano attivo tra gli anni Sessanta e Novanta del Novecento.
Dopo avere studiato disegno, calligrafia, tipografia, design bidimensionale, illustrazione, design grafico e pubblicitario ed essersi diplomato nel 1955, inizia a lavorare.
Nel 1956 diventa collaboratore dei Push Pin Studios, lo studio fondato nel 1954 da Milton Glaser, Seymour Chwast, Reynold Ruffins and Edward Sorel, ex studenti della Cooper Union. Alla fine del 1958 entra nel dipartimento artistico della CBS Radio e successivamente della CBS-TV, nel 1961 è già freelance. Gli anni Sessanta lo vedono anche illustratore di libri per bambini. Ricordiamo "Books!" di Murray McCain selezionato come uno dei cinquanta migliori libri dell'anno dall'American Institute of Graphic Art e arrivato in Italia nel 2012 grazie alla casa editrice Topipittori.
"Pocahontas in London" vince il Premio Critici in Erba alla Fiera del Libro di Bologna del 1969. All’inizio degli anni Settanta, precisamente nel 1971, decide di lasciare New York e di trasferirsi a Firenze. Il suo arrivo cambia per sempre il volto dell’editoria italiana. Nel 1973 ridisegna la grafica della Rizzoli (Bur), nel 1980 cura l’immagine della casa editrice Longanesi e nel 1985 quella della Guanda. Nel 1987 disegna per Salani la collana Gl’Istrici. Nel frattempo collabora con il regista riminese Federico Fellini (Rimini, 1920 - Roma, 1993) per il quale realizza i titoli di apertura di Amarcord. La relazione con l’editoria italiana continua anche dopo il ritorno negli Stati Uniti.
Il lavoro di John Alcorn si conserva negli Archivi Apice (Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale), centro funzionale dell’Università degli Studi di Milano. Il fondo Alcorn è costituito da tavole originali a colori e in bianco e nero di copertine, illustrazioni, poster, pubblicità e loghi editoriali ed aziendali, prove di copertine, diversi stadi della progettazione grafica e tipografica, fotografie originali.
La piccola famiglia, testo di Sesyle Joslin, illustrazioni di John Alcorn, Kalandraka Italia, 2023
Silvia Paccassoni per Dorature. Storie di illustrazione - 2023
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