“Ogni volta che un clown muore, il suo naso rosso si trasforma in una stella. (Tutte insieme formano la costellazione del Grande Giocatore, visibile solo dall’altro lato del nord). Mentre il suo naso brilla nella notte, l’animo immortale del clown raggiunge il Paese della Luna e lì si riposa dai suoi scherzi”.
“La bambina di ghiaccio e altre fiabe” di Mila Pavićević arriva in libreria grazie alla casa editrice padovana Camelozampa che ne cura l’edizione italiana. A Elisa Copetti affida la traduzione, a Daniela Iride Murgia l’illustrazione.
Nel 2009 il testo dell’allora poco più che ventenne scrittrice croata vinceva il Premio letterario dell’Unione Europea. Camelozampa, a sua volta nel 2017, inseriva il libro in “Lettori oggi, cittadini domani”: progetto di traduzione di dieci libri per ragazzi pubblicati in una lingua europea poco diffusa o poco tradotta, come in questo caso.
La scrittrice Mila Pavićević, nata e cresciuta a Dubrovnik, gioca con il patrimonio delle fiabe, pur mantenendone intatta la struttura, mischia materiali antichi e contemporaneità, ribalta ruoli e funzioni. Proprio come si conviene a una fiaba, il tempo appartiene sempre a un passato molto lontano e il luogo ha a che fare con geografie impossibili (il Paese dello Zucchero Filato, la Repubblica dei Sogni, la Città Paludosa, il Paese delle Carte e il Paese delle Ossa Secche, Il Paese dei Sussurri e il Monte Inverno…). Anche i fatti che accadono sanno di fiaba, raccontano di desideri, infelicità, prove di rinuncia, metamorfosi. Eppure all’improvviso uno sguardo inedito entra in scena e si prende gioco di tutto e di tutti, con la stessa rapidità con cui si è mostrato scompare e ritorna solo alla fine per consegnare finali improbabili. Una raccolta di fiabe in equilibrio tra ironia e poesia.
L’illustratrice Daniela Iride Murgia si muove tra i sentieri delle parole della giovane scrittrice con sapiente originalità, si prende cura del testo, lo restituisce in maniera visiva.
Il risultato è una piccola camera delle meraviglie da cui non vorremmo uscire, mai. Ogni illustrazione porta dentro sé un’intensità narrativa costruita sul valore delle piccole cose, particolari di una sintesi perfetta. Il disegno lascia emergere solo l’essenziale, alla maniera antica, dentro una pagina che continuamente rinnova la sua architettura.
“Possiedo un piccolo archivio di libri originali dell'Ottocento dai quali attingo gelosamente. Una volta fatta una ricerca approfondita, scansiono il dettaglio che mi interessa, lo rielaboro a mio piacimento, disegnando le parti mancanti o modificandone alcune, sempre con il disegno. Poi assemblo i vari elementi, e cerco di unirli in modo tale che il risultato sia una illustrazione/narrazione compiuta”. L’illustratrice spiega il suo modo di lavorare, facendo riferimento anche ai collage di Max Ernst (1891-1976) e all’idea condivisa che i pezzi provenienti dalla storia, come i ritagli di libri, abbiano già in sé una chiara identità artistica.
Daniela Iride Murgia fa proprio questo, scava nella profondità per arrivare alla sottotraccia e riconsegnarla all’arte.
“La bambina di ghiaccio e altre fiabe” testo di Mila Pavićević, traduzione di Elisa Copetti, illustrazioni di Daniela Iride Murgia, 2019, Camelozampa, Padova
www.camelozampa.com
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