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Arianna Papini e i suoi mondi d'arte e natura

I mondi di Arianna sanno di memoria e di mistero. Le sue creature vengono da lontano, percorrono strade polverose e distese di sabbia, fiumi che sembrano mari e cieli fitti di foreste. Viaggiano per portare storie sentite raccontare. Arianna ascolta, scrive e disegna.

Poi intreccia la memoria con la vita e il mistero con la luce, lascia emergere le cose e traccia linee di spazio. Arianna è i suoi libri, la ritrovi tra le pagine in compagnia di animali fioriti, pescatori di parole, pesci fuor d’acqua e bambini curiosi.

Arianna Papini, illustrazione da "Intelligenze", tecnica mista su carta, testo di Antonio Ferrara, Carthusia, 2019

Una laurea in architettura, una lunga esperienza a scovare talenti nella casa editrice di famiglia, la fiorentina Fatatrac, poi l’attività artistica e la produzione senza sosta.

Sono più di cento libri realizzati in questi anni con case editrici italiane e straniere.

Nell’evoluzione naturale dello stile, rimane salda in Arianna l’attenzione per il mondo dell’infanzia e per quello della natura.

I bambini delle guerre abitano le sue storie, ha imparato a conoscerli dai racconti dei nonni, ha imparato ad amarli senza chiedersi perché: i bambini di Belgrado e di Beslan, i bambini dell’Afghanistan con i tuoni nell’anima. Non smette mai di pensarli e quando li incontra disegna colombe di pace. “Odore di bombe. Profumo di pioggia” (Fatatrac, 2004) li racconta uno per uno. È il tempo dei fondi neri, dei pastelli che segnano le forme, della ricerca di leggerezza che si aggroviglia nei ricci dei capelli e si distende nei volti lunari.

Arianna Papini, "In cerca di pace", tecnica mista su carta, 2010

Arianna è in cammino. Quando incontra “Jabih, il falco e la colomba” (Fatatrac, 2007) sogna la pace, vede Giorgio e Aziz giocare insieme a pallone. Il nero lascia spazio, piano piano, al viola ricoperto d’azzurro, al bianco e al blu dei cieli. Gli sfondi apparentemente piatti sono in realtà architetture di proporzioni progettate per accogliere parole e figure.

Arianna fa entrare nelle sue opere la luce e la misura di Firenze, sua città. Segue i profili delle costruzioni quattrocentesche, la linea lunga dell’Arno, le Madonne delle chiese. Non abbandona mai la sintesi come idea di spazio e di tratto, ma si diverte ad aggiungere piccoli particolari, ritagli di storie non ancora illustrate. Così come avviene nel premiato “R/Evolution” (Carthusia, 2017), libro vincitore del Silent Book Contest 2017, il concorso internazionale dedicato ai libri senza parole.

Il gioco dei particolari che si tramandano è ben spiegato dalla sua autrice: “Se risalissimo ai nostri tris nonni e più su ai loro tris nonni, scopriremmo di avere antenati di tanti paesi diversi e parenti sparsi un po' in tutto il mondo. Lo racconta il nostro DNA. Questo libro senza parole è sulla potenza dell'amore, della trasformazione, delle diversità e delle somiglianze che sono all'origine di tutti noi.”

Arianna Papini, illustrazione da "R/Evolution", tecnica mista su carta, Carthusia, 2017

Sempre per Carthusia nel 2017 realizza “Natura dentro”, un libro sui desideri universali interpretati dagli animali: il gufo reale, il pesce volante, il camaleonte, la volpe e la balena rappresentano sentimenti e stati d’animo in cui ognuno può riconoscersi.

Arianna ha intrapreso la strada delle differenze, perché queste siano intese nella loro autentica bellezza e ricchezza.

Arianna Papini, particolare di illustrazione da "Natura dentro", tecnica mista su carta, Carthusia, 2017

Partecipa così al progetto del Festival della Cultura Creativa con il libro “Intelligenze” (Carthusia, 2019) scritto da Antonio Ferrara. Accompagna il testo con delicatezza e intensità, usa un cromatismo pieno e luminoso, evoca le parole con immagini lievi. Si apre una pagina piena di alfabeti misteriosi accompagnati da una penna visionaria: “La penna è un ferro arroventato,/ fa bruciature sulla carta,/ pensa da sola/ e accumula poesia”. Poi all’improvviso due pagine rosse: “Uno spiraglio/ tra la porta e il muro/ è la ragazza bruna/ che sull’autobus/ ride da sola/ leggendo chissà cosa”. C’è un pesce volante variopinto con la mimosa nel becco, tra i suoi avi vanta colombe di pace e fiori di libertà. Accanto una ragazzina lettrice: la figura si staglia sul fondo infuocato, la sua pelle riscalda, i suoi ricci ammorbidiscono, il suo volto lascia un sorriso nel cuore. Un autoritratto, forse.

Arianna Papini, illustrazione da "Intelligenze", tecnica mista su carta, testo di Antonio Ferrara, Carthusia, 2019

A questo punto Arianna si ferma, torna indietro, riprende per mano “Rocco pescante e il pesce memoria”, un libro del 1998. Lo immagina nuovamente e ne realizza una versione per Kalandraka. Del resto è una narrazione sull’importanza della memoria: un vecchio pescatore, una vita trascorsa in mezzo al mare, un’infinità di storie da pescare e raccontare.

Il ricordo è diventato per Arianna un punto attorno a cui ruotare per fare riemergere la vita: “Nonni con le ali. Canto per i nonni volati via” (Bacchilega, 2018) affronta il doloroso tema del distacco dei bambini dai loro nonni. Il libro è diviso in due parti e si deve capovolgere per poterlo leggere interamente: una parte è dedicata alle nonne e una ai nonni.

“Quando le nonne volano non si sa dove vanno”, “quando i nonni volano non si sa dove vanno”, ma “nel silenzio della memoria abitano le nostre scelte, indicandoci la via” e “nell’emozione della vita abitano i nostri piccoli passi coraggiosi”.



Silvia Paccassoni per Dorature. Storie di illustrazione - 2019

© riproduzione riservata


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