I mondi di Arianna sanno di memoria e di mistero. Le sue creature vengono da lontano, percorrono strade polverose e distese di sabbia, fiumi che sembrano mari e cieli fitti di foreste. Viaggiano per portare storie sentite raccontare. Arianna ascolta, scrive e disegna.
Poi intreccia la memoria con la vita e il mistero con la luce, lascia emergere le cose e traccia linee di spazio. Arianna è i suoi libri, la ritrovi tra le pagine in compagnia di animali fioriti, pescatori di parole, pesci fuor d’acqua e bambini curiosi.

Una laurea in architettura, una lunga esperienza a scovare talenti nella casa editrice di famiglia, la fiorentina Fatatrac, poi l’attività artistica e la produzione senza sosta.
Sono più di cento libri realizzati in questi anni con case editrici italiane e straniere.
Nell’evoluzione naturale dello stile, rimane salda in Arianna l’attenzione per il mondo dell’infanzia e per quello della natura.
I bambini delle guerre abitano le sue storie, ha imparato a conoscerli dai racconti dei nonni, ha imparato ad amarli senza chiedersi perché: i bambini di Belgrado e di Beslan, i bambini dell’Afghanistan con i tuoni nell’anima. Non smette mai di pensarli e quando li incontra disegna colombe di pace. “Odore di bombe. Profumo di pioggia” (Fatatrac, 2004) li racconta uno per uno. È il tempo dei fondi neri, dei pastelli che segnano le forme, della ricerca di leggerezza che si aggroviglia nei ricci dei capelli e si distende nei volti lunari.

Arianna è in cammino. Quando incontra “Jabih, il falco e la colomba” (Fatatrac, 2007) sogna la pace, vede Giorgio e Aziz giocare insieme a pallone. Il nero lascia spazio, piano piano, al viola ricoperto d’azzurro, al bianco e al blu dei cieli. Gli sfondi apparentemente piatti sono in realtà architetture di proporzioni progettate per accogliere parole e figure.
Arianna fa entrare nelle sue opere la luce e la misura di Firenze, sua città. Segue i profili delle costruzioni quattrocentesche, la linea lunga dell’Arno, le Madonne delle chiese. Non abbandona mai la sintesi come idea di spazio e di tratto, ma si diverte ad aggiungere piccoli particolari, ritagli di storie non ancora illustrate. Così come avviene nel premiato “R/Evolution” (Carthusia, 2017), libro vincitore del Silent Book Contest 2017, il concorso internazionale dedicato ai libri senza parole.
Il gioco dei particolari che si tramandano è ben spiegato dalla sua autrice: “Se risalissimo ai nostri tris nonni e più su ai loro tris nonni, scopriremmo di avere antenati di tanti paesi diversi e parenti sparsi un po' in tutto il mondo. Lo racconta il nostro DNA. Questo libro senza parole è sulla potenza dell'amore, della trasformazione, delle diversità e delle somiglianze che sono all'origine di tutti noi.”

Sempre per Carthusia nel 2017 realizza “Natura dentro”, un libro sui desideri universali interpretati dagli animali: il gufo reale, il pesce volante, il camaleonte, la volpe e la balena rappresentano sentimenti e stati d’animo in cui ognuno può riconoscersi.
Arianna ha intrapreso la strada delle differenze, perché queste siano intese nella loro autentica bellezza e ricchezza.

Partecipa così al progetto del Festival della Cultura Creativa con il libro “Intelligenze” (Carthusia, 2019) scritto da Antonio Ferrara. Accompagna il testo con delicatezza e intensità, usa un cromatismo pieno e luminoso, evoca le parole con immagini lievi. Si apre una pagina piena di alfabeti misteriosi accompagnati da una penna visionaria: “La penna è un ferro arroventato,/ fa bruciature sulla carta,/ pensa da sola/ e accumula poesia”. Poi all’improvviso due pagine rosse: “Uno spiraglio/ tra la porta e il muro/ è la ragazza bruna/ che sull’autobus/ ride da sola/ leggendo chissà cosa”. C’è un pesce volante variopinto con la mimosa nel becco, tra i suoi avi vanta colombe di pace e fiori di libertà. Accanto una ragazzina lettrice: la figura si staglia sul fondo infuocato, la sua pelle riscalda, i suoi ricci ammorbidiscono, il suo volto lascia un sorriso nel cuore. Un autoritratto, forse.

A questo punto Arianna si ferma, torna indietro, riprende per mano “Rocco pescante e il pesce memoria”, un libro del 1998. Lo immagina nuovamente e ne realizza una versione per Kalandraka. Del resto è una narrazione sull’importanza della memoria: un vecchio pescatore, una vita trascorsa in mezzo al mare, un’infinità di storie da pescare e raccontare.
Il ricordo è diventato per Arianna un punto attorno a cui ruotare per fare riemergere la vita: “Nonni con le ali. Canto per i nonni volati via” (Bacchilega, 2018) affronta il doloroso tema del distacco dei bambini dai loro nonni. Il libro è diviso in due parti e si deve capovolgere per poterlo leggere interamente: una parte è dedicata alle nonne e una ai nonni.
“Quando le nonne volano non si sa dove vanno”, “quando i nonni volano non si sa dove vanno”, ma “nel silenzio della memoria abitano le nostre scelte, indicandoci la via” e “nell’emozione della vita abitano i nostri piccoli passi coraggiosi”.
Silvia Paccassoni per Dorature. Storie di illustrazione - 2019
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