top of page
  • Facebook
  • Instagram
  • busta

L'alfabeto di Michela Gasparini

C’è un nuovo alfabeto, fatto di impronte, alberi e fiori, nato dentro “I giardini di Stepan Zavrel” in occasione della mostra Il Sole ritrovato. L’illustrazione del secondo ‘900 a Sarmede. Per me, che ho curato l’esposizione, era importante donare nel giorno speciale dell’inaugurazione, il 28 giugno 2024, un segno concreto di memoria e di vita.

Ho consegnato questo desiderio a Michela Gasparini, graphic designer, bibliotecaria, esperta di stampa e tipografia, che ha risposto immaginando un alfabeto composto di ventisei lettere, ognuna delle quali accolta su un piccolo cartoncino bianco.

Le lettere e i timbri dell'alfabeto di Michela Gasparini durante "Impronte tra i giardini" nelle foto di Serena Pea. Sarmede, 28 giugno 2024
Le lettere e i timbri dell'alfabeto di Michela Gasparini durante "Impronte tra i giardini" nelle foto di Serena Pea. Sarmede, 28 giugno 2024

L'alfabeto si ispira alle opere di Stepan Zavrel, in particolare alle illustrazioni della sezione "I giardini di Stepan Zavrel", come ci racconta l'autrice:

“Le opere di Stepan Zavrel sono state per me come un giacimento minerario da cui estrarre luminose materie prime. La maggior parte delle lettere di questo alfabeto sono ispirate alle opere esposte, a ciò che ho trovato scavando con lo sguardo.

Questo perché lo stile di Zavrel è, secondo me, molto grafico e sintetico, si presta quindi benissimo a venir estrapolato per diventare a tutti gli effetti un segno astratto. Quello che ho fatto durante la progettazione è stato proprio guardare e riguardare, ingrandire i dettagli e ruotare le illustrazioni per scovare delle forme all'interno delle opere che potessero richiamare delle lettere. E ne ho trovate parecchie! È stata una vera e propria caccia al tesoro, e una volta avvistata una probabile lettera nascosta, ho cercato di renderla più evidente, ma senza ridurre la sua natura, così da provare a mantenere l'energia originaria della fonte”.

La tecnica scelta da Michela Gasparini è stata quella dei timbri, di cui mette in luce le possibilità espressive derivate proprio dal superamento dei limiti:

“Lavorare con i timbri pone dei limiti fisici, dati dallo strumento che, in realtà, aiutano molto nella progettazione, perché, la necessità di sintetizzare, per ottenere immagini pulite e chiare, elimina anche il rischio di produrre fronzoli inutili.

I piccoli dettagli grafici delle opere di Zavrel rispecchiano molto questo aspetto, quindi timbri e Zavrel hanno dialogato benissimo tra loro, poiché parlano la stessa lingua o lo stesso alfabeto”.

Gli strumenti di lavoro di Michela Gasparini durante "Impronte tra i giardini" nelle foto di Serena Pea. Sarmede, 28 giugno 2024
Gli strumenti di lavoro di Michela Gasparini durante "Impronte tra i giardini" nelle foto di Serena Pea. Sarmede, 28 giugno 2024

Michela e io ci siamo conosciute grazie alla Scuola Internazionale d’Illustrazione di Sarmede, di cui curo la programmazione formativa. Conoscevo già la sua pubblicazione “Tipi alla mano”, edita da Topipittori nel 2017, e la sua attività laboratoriale sulla stampa e sulla tipografia. La possibilità di invitarla a tenere un workshop alla Casa della Fantasia è stato l’inizio di tutto, di altri workshop, laboratori e progetti insieme.

Michela Gasparini durante "Impronte tra i giardini" nelle foto di Serena Pea. Sarmede, 28 giugno 2024
Michela Gasparini durante "Impronte tra i giardini" nelle foto di Serena Pea. Sarmede, 28 giugno 2024

Credo che il suo pensiero sulla tipografia ci aiuti a comprendere ancora meglio il dialogo con l’arte di Stepan Zavrel:

“Pe me la tipografia è tanta roba, detta con un'espressione molto di pancia. È pratica, ma allo stesso è poesia, o almeno è facile trovarla in lei. Ne siamo immersi, quando vedo in giro un carattere secondo me ben fatto e ben usato, tiro proprio un sospiro di sollievo e penso "Qualcosa di bello fatto per il mondo". 

Anche perché la tipografia è per la collettività, è fatta per comunicare, per essere chiara se vuole esserlo, oppure per far pensare o fermare (la tipografia espressiva insegna). Purtroppo siamo immersi in tante cose fatte solo perché devono essere fatte, velocemente, e non importa come, e quindi siamo circondati più dal rumore visivo.

Tutti questi aspetti, e molti altri, cerco di portarli nei laboratori per bambini e adulti.

Le lettere dell'alfabeto sono state posizionate nelle piccole voliere sistemate lungo il percorso espositivo della mostra "Il Sole ritrovato". Foto di Serena Pea.
Le lettere dell'alfabeto sono state posizionate nelle piccole voliere sistemate lungo il percorso espositivo della mostra "Il Sole ritrovato". Foto di Serena Pea.

Come prima cosa, è necessario fare sperimentare con le mani, lasciando la paura del giudizio fuori dalla porta, almeno per quelle ore, e già questa è una grande cosa.

Poi è bene immergersi nella tipografia per andare fuori dagli schemi o comunque per provare a farlo, perché l'approccio mentale che si usa nelle piccole cose, come per un foglio e un timbro, lo si può applicare anche ad altri aspetti della vita, soprattutto quella oltre il laboratorio.

Ad esempio: ti è caduto il timbro sul foglio e c'è una macchia non prevista... e se quello, invece di essere considerato un errore, fosse uno spunto da prendere al volo per trasformarlo in altro?

Inoltre, la tipografia e i caratteri sono le voci silenziose che servono per farci arrivare i contenuti di un concetto, di una parola, nel modo più efficace secondo chi li ha scelti. E questo aspetto, oltre ad essere curioso, è centrale nella comunicazione visiva, fa capire che ci sono tantissime possibilità, non solo quelle preconfezionate”.

Che cos’è dunque la tipografia per Michela Gasparini?

“La tipografia è un'àncora che mi dà una base sicura da cui poi prendere direzioni trasversali e astratte, per esplorare l’umano, per giocare con se stessi e anche per creare un senso di condivisione. Questi sono gli aspetti che cerco di tenere a mente quando porto la tipografia nei laboratori con adulti e bambini”.

Ancora una volta vediamo rinnovarsi la magia nei giardini del maestro Stepan Zavrel aperti sul mondo e pronti ad accogliere sentieri inesplorati per nuove partenze.


La mostra "Il Sole ritrovato. L'illustrazione del secondo '900 a Sarmede" è allestita fino al 2 marzo 2025 al JMuseo di Jesolo.


Per informazioni: jmuseo@coopculture.it - 041 8627167

JMuseo, via Aldo Policek 7, Jesolo - Venezia 


 Silvia Paccassoni per Dorature. Storie di illustrazione - 2025

© riproduzione riservata

 

 

 

Comments


Commenting has been turned off.

©2023 Dorature di Silvia Paccassoni

All rights reserved

  • Facebook
  • Instagram
  • busta

We try our best to attribute images, videos, and quotes to their creators and original sources. If you see something on Dorature that is misattributed or you would like removed, please contact us.

bottom of page