L'alfabeto di Michela Gasparini
- silviapaccassoni
- 26 gen
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 10 lug
C’è un nuovo alfabeto, fatto di impronte, alberi e fiori, nato dentro “I giardini di Stepan Zavrel” in occasione della mostra Il Sole ritrovato. L’illustrazione del secondo ‘900 a Sarmede. Per me, che ho curato l’esposizione, era importante donare nel giorno speciale dell’inaugurazione, il 28 giugno 2024, un segno concreto di memoria e di vita.
Ho consegnato questo desiderio a Michela Gasparini, graphic designer, bibliotecaria, esperta di stampa e tipografia, che ha risposto immaginando un alfabeto composto di ventisei lettere, ognuna delle quali accolta su un piccolo cartoncino bianco.

L'alfabeto si ispira alle opere di Stepan Zavrel, in particolare alle illustrazioni della sezione "I giardini di Stepan Zavrel", come ci racconta l'autrice:
“Le opere di Stepan Zavrel sono state per me un giacimento minerario da cui estrarre luminose materie prime. La maggior parte delle lettere di questo alfabeto è ispirata alle opere esposte, a ciò che ho trovato scavando con lo sguardo.
Questo perché lo stile di Zavrel è, secondo me, molto grafico e sintetico, si presta quindi benissimo a essere estrapolato per diventare a tutti gli effetti un segno astratto.
Durante la progettazione ho guardato e riguardato, ingrandito i dettagli, ruotato le illustrazioni, alla ricerca di forme simili alle lettere. È stata una vera e propria caccia al tesoro: avvistata una probabile lettera, ho cercato di renderla più evidente, senza ridurre la sua natura, così da mantenere l'energia originaria della fonte”.
La tecnica scelta per la realizzazione dell’alfabeto è quella dei timbri, di cui Michela Gasparini ama il processo esecutivo, perché richiede di lavorare sulla sintesi e di eliminare tutto ciò che non serve.
C'è una stretta relazione, secondo l’artista, tra i dettagli grafici presenti nelle illustrazioni di Stepan Zavrel e il linguaggio tipografico, sembrano infatti parlare la stessa lingua.
“La tipografia è fatta per comunicare, per spiegare con chiarezza o per invitare alla riflessione. Per me è una base sicura da cui partire, percorrendo spesso direzioni trasversali e astratte, per esplorare l’umano, giocare e condividere. È anche l’aspetto che porto nei miei laboratori. È bene immergersi nella tipografia perché aiuta ad andare fuori dagli schemi”.

Michela e io ci siamo conosciute grazie alla Scuola Internazionale d’Illustrazione di Sarmede, di cui curo l'offerta formativa. Conoscevo già la sua pubblicazione “Tipi alla mano”, edita da Topipittori nel 2017, e la sua attività laboratoriale sulla stampa e sulla tipografia. La possibilità di invitarla a tenere un workshop alla Casa della Fantasia è stato l’inizio di tutto, di altri workshop, laboratori e progetti insieme.

Credo che il suo pensiero sulla tipografia ci aiuti a comprendere ancora meglio il dialogo con l’arte di Stepan Zavrel:
“Per me la tipografia è pratica e allo stesso poesia, o almeno è facile trovarla in lei. Ne siamo immersi, quando vedo in giro un carattere secondo me ben fatto e ben usato, tiro proprio un sospiro di sollievo e penso: ecco qualcosa di bello fatto per il mondo".
Anche perché la tipografia è per la collettività, è fatta per comunicare, per essere chiara se vuole esserlo, oppure per far pensare (la tipografia espressiva insegna). Purtroppo siamo immersi in tante cose fatte velocemente, e non importa come, e quindi siamo circondati più dal rumore visivo che dalla bellezza.
Tutti questi aspetti, e molti altri, cerco di portarli nei laboratori per bambini e adulti.

Come prima cosa, è necessario fare sperimentare con le mani, lasciando la paura del giudizio fuori dalla porta, almeno per quelle ore, e già questa è una grande cosa.
Poi è bene immergersi nella tipografia per andare fuori dagli schemi.
Ad esempio: ti è caduto il timbro sul foglio e c'è una macchia non prevista... e se quello, invece di essere considerato un errore, fosse uno spunto da prendere al volo per trasformarlo in altro?
Inoltre, la tipografia e i caratteri sono le voci silenziose che servono per farci arrivare i contenuti di un concetto, di una parola, nel modo più efficace. E questo aspetto, oltre a essere curioso, è centrale nella comunicazione visiva, fa capire che ci sono tantissime possibilità, non solo quelle preconfezionate”.
Che cos’è dunque la tipografia per Michela Gasparini?
“La tipografia è un'àncora che mi dà una base sicura da cui partire per prendere direzioni trasversali e astratte, per esplorare l’umano, per giocare con se stessi e anche per creare un senso di condivisione. Questi sono gli aspetti che cerco di tenere a mente quando porto la tipografia nei laboratori”.
Ancora una volta vediamo rinnovarsi la magia nei giardini del maestro Stepan Zavrel aperti sul mondo e pronti ad accogliere sentieri inesplorati per nuove partenze.
La mostra "Il Sole ritrovato. L'illustrazione del secondo '900 a Sarmede" è allestita fino al 28 settembre 2025 alla Casa della Fantasia di Sarmede.
Silvia Paccassoni per Dorature. Storie di illustrazione - 2025
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