Dopo quattro anni Dorature continua a essere “il giardino che vorrei”, a volte inafferrabile, di certo mutevole, sempre accogliente. È un giardino maestro che insegna ad aspettare il tempo del ritorno, del volo e del germoglio, l’upupa nella tarda primavera, le lucciole lungo i fili verso il mare, il picchio dentro il nocciolo, le cicale attorno ai tigli, l’improvvisa lepre, i nascondigli delle coccinelle. È un giardino saggio che sa proteggere le radici e far posto alla vita, come quella volta che le rose si sono arrampicate lungo il filare della vecchia vite e hanno fatto un ricamo antico e il nespolo si è piegato per dare riparo alle ortensie.
Chi abita Dorature ogni mattina osserva dall’alto i confini del giardino, poi scende, lo percorre tutto e lo misura, lo guarda per non dimenticare, perché sa che il giorno dopo sarà diverso. Segue le trame degli alberi nell’aria, cerca gli inciampi delle radici, ricorda che proprio lì sotto c’è la vita, che nessuno se ne va, che tutto si intreccia e ricomincia. Le radici sostengono, le fioriture capita che seducano e poi scompaiano.
Dedicare tempo e spazio alla storia dell’arte, e in particolare alla storia dell’illustrazione, significa questo: ritrovare il corso della sorgente e nel farlo colmare la lacuna dell’indifferenza, restituire il senso, proteggere le radici per chi verrà, perché le fioriture possano compiersi davvero.
Dorature continua nel suo lavoro quotidiano nell’attesa che anche quest’anno il gelso torni ampio con il suo abbraccio, messaggero tra la terra e il cielo. (s.p.)
Pia Pera (1956-2016), scrittrice di natura, paesaggio e giardini, nel libro “Il giardino che vorrei” accompagna con consigli e punti di vista chi intraprende per la prima volta l’avventura con la terra, consegnando per sempre una potente fonte d’ispirazione.
I libri di Pia Pera sono pubblicati dalla casa editrice Ponte alle Grazie.
Rimini, marzo 2023